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IL SIB ABRUZZO INTERVIENE SULLA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO CHE PROROGA LE CONCESSIONI DELLE SPIAGGE SOLO FINO AL 2023

 

IL PRESIDENTE RICCARDO PADOVANO:

“DECISIONE SCONCERTANTE PRIMA ANCORA CHE SCONVOLGENTE 

 A RISCHIO IL FUTURO DI MIGLIAIA DI IMPRESE

CHE HANNO FATTO IL TURISMO BALNEARE”

 

Il Presidente del SIB Abruzzo, Riccardo Padovano, interviene all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che proroga le concessioni delle spiagge solo fino al 2023:

“Ci riserviamo di leggere e approfondire con la dovuta attenzione le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni demaniali marittime di ieri e successivamente valuteremo le iniziative da intraprendere per tutelare con tutte le nostre forze decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che oggi vedono a rischio il loro futuro e gli investimenti fatti.

Possiamo però già dire che si tratta di una sentenza sconcertante prima ancora che sconvolgente in quanto si discosta da consolidati orientamenti giurisprudenziali, anche costituzionali, a tutela della proprietà aziendale, del lavoro e della certezza del diritto.

E’ una sentenza persino imbarazzante in quanto da un lato è una sorta di “messa in mora” del Legislatore, chiamato disciplinare le gare con modalità già stabilite, e dall’altro è evidente la sua lampante contraddittorietà in quanto il Consiglio di Stato afferma la contrarietà al diritto europeo delle proroghe disposte dal legislatore e dalla Pubblica amministrazione in quanto “automatiche e generalizzate”, e nel contempo stabilisce una proroga altrettanto automatica e generalizzata però solo di due anni!

In definitiva rivendica a sè ciò che, invece, non consente agli altri Poteri dello Stato. Per cui alle proroghe del Legislatore e dei Comuni adesso abbiamo anche quella dei giudici!  Come abbiamo sempre chiesto: spetta al Legislatore e non ai giudici trovare il giusto bilanciamento fra la tutela della concorrenza e quella dei diritti fondamentali dei concessionari, che con questa sentenza sembrano essere stati calpestati.

E’ tempo che ciò avvenga!

Ne va del futuro del turismo balneare e delle nostre tradizioni che non possono essere calpestate da una sentenza.”

 

 

 

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